sabato 30 novembre 2013

Bella scrittura

Sono una maestra di mezza età (ho 46 anni), ma in molti casi mi sento davvero all’antica: così all’antica che ieri a scuola abbiamo lavorato per quasi un’ora sulla bella scrittura.

In classe c’erano un silenzio e una concentrazione che raramente sento; a nessuno è stato chiesto di fare in fretta, anzi... A tratti chiedevo: “Abbiamo finito tutti?”. La regola che avevo posto era che rispondessero solo i NO. Non è stato facile, soprattutto all’inizio; ma che bello sentire il silenzio quando alla fine tutti eravamo pronti per cominciare una nuova riga!

Certo, alla fine non tutte le pagine sono così
 
 

ma garantisco che ci sono stati grandi sorrisi per tutti, perché ogni bambino, nella calma, nella concentrazione e nel silenzio, ha dato il meglio di sé.

Certo, riflettevo poi, se sono io che vado di fretta e dico ai bambini di sbrigarsi (lo faccio, lo faccio, ogni tanto, anche se poi un po’ me ne vergogno e mi arrabbio con me stessa), poi non posso aspettarmi tutti i quaderni ordinati, soprattutto quelli di chi ha cominciato con grandissima fatica. E allora, davvero, me lo impongo: vai piano!



 

venerdì 29 novembre 2013

Evviva l'alfabeto!


Il libro di Nicoletta Costa, Evviva l’alfabeto, Einaudi Ragazzi,




racchiude in un unico volume tre precedenti pubblicazioni: Prime lettere, L’alfabeto dei bambini e L’alfabeto della scuola.

Ho sempre usato queste pubblicazioni in seconda, ad inizio anno, nel momento del ripasso dell’alfabeto: sono fresche e divertenti, e le inconfondibili illustrazioni dell’autrice le rendono molto gradite ai bambini, che spesso ci cimentano nell’imitazione del suo tratto grafico (devo purtroppo riconoscere che anche le insegnanti hanno a lungo saccheggiato la sua produzione per abbellire aule e vetrate, inflazionando non poco delle immagini altrimenti piacevoli).

Questa mattina, però, avevo voglia di proporre ai bambini qualcosa che, riprendendo le lettere che abbiamo imparato (le cinque vocali e le tre consonanti L, P e R), ci permettesse di lavorare su una produzione fantasiosa, riflettendo nel contempo sulla lingua.

Ho letto prima le parole de “L’alfabeto della scuola” relative alle lettere conosciute (AMICI, ESTATE, INCHIOSTRO, OTTIMO, LEGGERE, PIDOCCHI e RIGHELLO), suscitando approvazione e qualche risata (le questioni pidocchiose sono sempre molto coinvolgenti!).

Poi ho letto le pagine relative alle cinque vocali di “Prime lettere”:

ARTURO E’ UN

ASINO

AMMAESTRATO

 

EMILIO E’ UN

ELEFANTE

ELEGANTE

 

IVO E’ UN

IPPOPOTAMO

INGORDO

 

OSCAR E’ UN

ORSO

OZIOSO

 

UGO E’ UN

UCCELLO

URLATORE
 
Proprio l'ozioso orso Oscar è stato l'animale più votato dai bambini per approdare sui loro quaderni:
 

 

Di seguito, ho chiesto loro di suggerire alcuni animali per ogni consonante conosciuta:

L = LEONE, LUPO, LUCERTOLA

P = PANTERA, PAPERA

R = ROSPO, RINOCERONTE

Tra questi sono stati scelti la pantera a cui abbiamo trovato un nome proprio ("Pensate a un nome da femmina che inizia con P") e una qualità (alla domanda "Come può essere la pantera Patrizia?" le proposte sono state: pazza, pestifera, piagnucolosa, piccola, prepotente, piacevole, panciuta). Libere votazioni hanno portato al seguente risultato:




Per quanto riguarda invece la consonante L, è stata scelta (sempre con votazione per alzata di mano) la LUMACA, di nome LINDA, LENTA (io avevo proposto LUMINOSA, ma sono stata battuta per 10 voti a 5!)


 
 
Ora sono davvero curiosa di leggere le produzioni con la R, assegnate per compito!

giovedì 28 novembre 2013

Il libro dei regali straordinari

Ma se vi chiedessero così, a bruciapelo, cos’è per voi un regalo straordinario, cosa rispondereste?

Io ai bambini l’ho chiesto dopo aver letto, per ben due volte ( a grandissima richiesta, oserei dire)
0


"I regali che fanno sognare di più sono quelli che non esistono.

96 pagine di fantasia, follia, pura magia.

Se facessimo la classifica delle cose che ci rendono più felici, i regali sarebbero sul podio di chiunque. Ma che succederebbe se potessimo donare la capacità di giocare con tutto quello che la fantasia riesce ad immaginare?

Il libro dei regali straordinari è il tappeto per volare nel cielo dei sogni ad occhi aperti: una raccolta di magie in forma di cadeau, illustrate da un collettivo di disegnatori francesi; quasi cinquanta idee sono già stampate, altre infinite sono tutte da inventare. Non è solamente un libro, è l’interruttore che mette in moto la voglia di inventare, giocare, sognare.

Sfogliandolo vi chiederete come avete fatto finora senza un dizionario per scambiare quattro chiacchiere con i pesci. O come potrete vivere privi degli occhiali che riconoscono al primo colpo i rospi in grado di tramutarsi in principi azzurri! Smanierete per possedere la penna stilografica che sa tutte le risposte al posto vostro. Correrete nei negozi di mezzo mondo alla ricerca di un biglietto per le giostre valido a vita.

E il bello sarà che grazie a un curioso incantesimo, tutte queste meraviglie salteranno fuori dalle pagine per invadere i vostri sogni ad occhi aperti. Il libro dei regali straordinari funziona come una bacchetta magica: avrete tra le mani il regalo che contiene tutti i regali del mondo, un po’ su carta e un po’ nascosti tra le sinapsi.

Siete pronti a tirarli fuori per giocarci?"

 


 
Come incomincia:
“I regali che fanno sognare di più sono quelli che non esistono.
Un albero di caramelle.
Una pertica come quelle dei pompieri per scendere in quattro e quattr’otto al piano di sotto.
Un cane enorme che si possa cavalcare.
Un anello che cambia colore a seconda del tempo che farà così puoi sempre sapere se pioverà.
Dei trampoli altissimi per fare passi da gigante.
Un biglietto per la giostra valido per tutta la vita.”
 
AA.VV. Il libro dei regali straordinari, EDT Giralangolo

 


 
 
Quando ho chiesto ai miei bambini di copiare dalla lavagna
COME REGALO STRAORDINARIO VORREI…
temevo che qualcuno si sarebbe schermito, o avrebbe affermato di non riuscire a immaginare nulla di straordinario.
Naturalmente, mi hanno subito smentita:
 
 

 
 




 

 


 
 
 
 

mercoledì 27 novembre 2013

Il libro della pace


8 mesi fa, a marzo, durante l’annuale Mostra Mercato del Libro per ragazzi che allestiamo a scuola, la mia collega e amica Lisa ha preso in mano


e ha esclamato: “Questo lo usiamo a Natale!”

A chi ci prendeva in giro (ma come si fa a pensare al Natale a marzo?) abbiamo risposto che quando un libro ti colpisce, non esistono più né spazio, né tempo, né occasioni predestinate.
Questo libro ci ha colpito: perché sembra davvero fatto apposta per farsi guardare e ascoltare, per poi riflettere e inventare nuove espressioni.


Così è stato: e preparando lo spettacolo di Natale sul tema della pace, ho usato questo libro per progettare con i bambini cosa fare con loro e come.
Sul palco i primini giocheranno a bandiera: ad ogni numero chiamato, la coppia correrà a prendere il cartellone, realizzato in precedenza e contenuto in una grande valigia, che verrà mostrato al pubblico ed infine appeso ad allestire la scenografia.
Ieri i bambini hanno formato le coppie, e hanno scelto quale frase, detta in precedenza durante la conversazione in classe o ascoltata durante la lettura del libro, illustrare; ogni coppia ha disegnato su un foglio A4, che verrà poi ingrandito in un doppio A3, in modo da poter incollare il disegno, o alcune sue parti, su un cartoncino colorato 50x70.
Alcune frasi con i relativi disegni:

LA PACE E'



STARE INSIEME ANCHE A CHI NON CONOSCO
 
 
 

FARE FESTA ANCHE SE NON È IL COMPLEANNO DI NESSUNO
 

 
 
FARE MERENDA CON UN AMICO

 
 
REGALARE QUALCOSA AGLI ALTRI
 

 
ESSERE LIBERI

 
FARE GINNASTICA

 
 
CURARE GLI ANIMALI

 
 
TENERSI PER MANO

 
 

METTERSI D’ACCORDO

 
 
SORRIDERE ALLA MAMMA

 
 
Come incomincia:
“Pace è conoscere nuovi amici.
Pace è tenere il mare pulito.
Pace è ascoltare tutti i tipi di musica.
Pace è saper dire mi dispiace quando fai male a qualcuno.
Pace è aiutare chi ti sta vicino.
Pace è leggere tanti libri diversi.
Pace è pensare a qualcuno a cui vuoi bene.”
 
PARR T., Il libro della pace, Il battello a vapore
 

martedì 26 novembre 2013

Come Wondriska...

Anche  in “Gli animali erano arrabbiati”

 Cover

di William Wondriska, Corraini, ritroviamo molti animali della savana (qui  però viene chiamata giungla) già protagonisti di “Quando Evaristo si arrabbia…”: il leone, il serpente, la giraffa, la formica…


Qui, in una calda giornata di sole



ognuno si arrabbia per i difetti dell’altro, in un crescendo di recriminazioni


 
 






Fortunatamente la colomba, con il suo “Ti voglio bene perché…” rivolto ad ognuno


 
 

 
 

 

ristabilisce la pace e l’armonia






Difficile mantenere la calma quando non si ha nulla da fare e il caldo della giungla diventa così insopportabile da risultare soffocante! Chiedetelo agli animali di William Wondriska che, in preda alla noia e alla canicola, commettono il grave errore di cominciare a puntare il dito l’uno contro i difetti dell’altro: secondo il leone la tartaruga è troppo lenta, secondo la tartaruga l’elefante è troppo ingombrante, secondo l’elefante la formica è troppo piccola e così via, per tutta la giornata, fino a che una colomba gentile non scende dal cielo per riportare l’armonia, ricordando a tutti che a volte va bene essere ingombranti, lenti e anche piccoli!

In un susseguirsi di illustrazioni dal tratto leggero, William Wondriska ci racconta una storia delicata che con semplice immediatezza ricorda a grandi e piccini il valore della tolleranza. Gli animali erano arrabbiati è il quarto libro di Wondriska pubblicato da Corraini dopo 123 A Book To See / Un Libro Da Guardare, Tutto da me e Non perdere il filo.

Storico grafico e designer, William Wondriska è annoverato fra i protagonisti del graphic design americano del secondo dopoguerra. Dopo gli studi presso l’Università di Yale e il School of the Art Institute di Chicago, ha insegnato presso alcune università negli Stati Uniti e ha scritto undici libri per bambini, che hanno ricevuto numerosi riconoscimenti dall’American Insitute of Graphic Arts.
(dal sito http://www.corraini.com/scheda_libro.php?id=559)


Come incomincia:

“Era una giornata molto calda e gli animali della giungla non avevano nulla da fare.
Il leone era arrabbiato, così andò dalla tartaruga e le disse: "Ti odio perché  sei troppo lenta".
La tartaruga era arrabbiata.
Alzò gli occhi verso l'elefante e disse: "Ti odio perché  sei troppo ingombrante".
L'elefante era arrabbiato.
Guardò in basso verso la formica e disse: "Ti odio perché  sei troppo piccola".

 
WONDRISKA W., Gli animali erano arrabbiati, Corraini
 

lunedì 25 novembre 2013

Quando Evaristo si arrabbia...




Una comitiva di dodici animali si imbarca su un traghetto in compagnia del comandante. Non sono a coppie, come nell'arca, e la convivenza forzata, si sa, può provocare qualche disagio. Qualcuno si arrabbia, anzi, molti si arrabbiano, e ognuno a modo proprio: c'è chi diventa dispettoso e anche un po' pettegolo, chi parla, parla e non è capace di ascoltare, chi spaventa tutti, ma in realtà è solo il più impaurito...C'è persino chi cerca di ferire gli altri con le sue parole velenose, chi non si controlla e spesso fa male agli altri, e chi si mette sempre a piangere, anche se è grande e grosso.

Riusciranno a trovare un modo per andare d'accordo e godersi finalmente la vacanza e la compagnia? Forse il capitano li può aiutare...

Come incomincia:

“Vi racconterò la storia di un pasticcio di animali...

C'era una volta una grande nave traghetto sulla quale venne imbarcato un gruppo di passeggeri molto speciale. Erano dodici animali, che provenivano da diverse parti del mondo: l'elefante Arturo, la formica Rosalia, il leone Evaristo, il pinguino Ettore, il riccio Gino, lo struzzo Giacinto, lo squalo Ivo, la giraffa Teodora, la bertuccia Attilia, l'aquila Clelia, il coccodrillo Ubaldo e il serpente Oreste!

Una volta in mezzo all'oceano, superato il primo momento di timidezza, gli animali cominciarono a esplorare tutti gli angoli della nave e a prendere confidenza con i compagni di viaggio...”

CARUSO – GILLI – ROWINSKI, Quando Evaristo si arrabbia, EGA
 

Il libro, nato con il chiaro intento di aiutare gli insegnanti nella gestione e nel superamento dei conflitti in classe, è corredato di un agile fascicoletto-guida per l'insegnante, strutturato in diverse attività collegate con il libro e tra loro: dalla descrizione di se stessi attraverso ciò che piace o non piace alla costituzione di sottogruppi che comprendono coloro che possiedono le stesse caratteristiche, dal fiore dell'identità (o dal classico gioco del Se fossi...) all'identificazione con i personaggi della storia...

Una tappa del libro è la condivisione da parte del gruppo di naviganti di tre regole (attenzione, solo tre!) che diventano quelle imprescindibili per tentare di andare d'accordo.

Un altro momento significativo è l'attribuzione ad ogni personaggio di un atteggiamento ben definito nelle situazioni di conflitto:

· Attilia la bertuccia non riesce a stare zitta, diventa dispettosa e anche un po' pettegola

· Rosalia la formica tira fuori tutta la sua vocina, non fa parlare e non ascolta nessuno

· Clelia l'aquila allarga le ali e vola verso l'alto, in modo da vedere quel che accade da un altro punto di vista

· Evaristo il leone ruggisce forte, solleva la criniera e tira fuori le unghie...anche se, in realtà, è lui il più impaurito di tutti

· Giacinto lo struzzo muore di paura e nasconde la testa nella sabbia

· Ettore il pinguino, che è timido e anche un po' pigro, non litiga mai

· Teodora la giraffa, solitamente calma e socievole, quando sente salire la rabbia non sa cosa fare e va in giro sbattendo il suo testone contro tutto quello che incontra

· Arturo l'elefante diventa talmente nervoso che va a sbattere la sua lunga proboscide dappertutto, e con la sua mole gigantesca gli capita anche di rompere le cose

· Oreste il serpente ha imparato bene a difendersi con la sua lingua biforcuta e se si arrabbia cerca di ferire gli altri con le sue parole velenose

· Ivo lo squalo non si controlla e spesso fa male agli altri animali

· Gino preferisce essere lasciato stare: si chiude in un angolino e tira fuori i suoi aculei

· Ubaldo il coccodrillo, pur grande e grosso, in caso di bisticcio si mette sempre a piangere.



Nonostante temessi che i bambini fossero ancora troppo piccoli e non del tutto in grado di decentrarsi per riuscire a identificarsi in questo o quell'animale, ho chiesto loro di ricopiare dalla lavagna la frase
 
 
QUANDO MI ARRABBIO ASSOMIGLIO A
 
 
Poi ho proposto loro di disegnare l'animale, tra i dodici presentati, a cui sentissero maggiormente di assomigliare, e di spiegare il perchè.
Ecco alcune pagine