giovedì 9 ottobre 2014

Padron di ceci e fave



A volte, l’ho già scritto, nel lavoro come nella vita bisogna osare. E allora, via le “figure” dai libri: per una volta provo a leggere ai bambini una fiaba, neppure tanto breve, tratta da Fiabe italiane, di Italo Calvino. È una storia che arriva dalla Sicilia (Io ho uno zio in Sicilia… Ci sono stato in vacanza… C’è il mare… ) e che parla di compari, locande e Madamigelle.

Eppure, dopo lo spaesamento iniziale, è davvero bellissimo osservare i visi incantati e muti dei bambini mentre ascoltano una storia antica...

P.s. Non guasta alla sceneggiatura avere a portata di mano un baccello da cui estrarre una fava, da tenere, per tutto il tempo della storia, nell’incavo della mano…
 


Padron di ceci e fave

C'era una volta a Palermo un certo Don Giovanni Misiranti, che a mezzogiorno si sognava il pranzo e alla sera la cena, e di notte se li sognava tutti e due. Un giorno, con la fame che gli allungava le budella, uscì fuori porta.
-O Sorte mia!- diceva fra sé, -così m'hai abbandonato!-

Camminando, vide per terra una fava. Si chinò a raccoglierla. Si sedette su un paracarro e cominciò a ragionare guardando la fava. –Che bella fava! Ora la pianto in un vaso, e verrà su una pianta di fave, con tanti bei baccelli. I baccelli li farò seccare; poi pianterò le fave in un catino e ne avrò tanti baccelli…Di qui a tre anni, prendo in affitto un orto, pianto le fave e vedrete quante ne verranno. Al quarto anno affitto un magazzino e divento un grande negoziante…”


CALVINO I., Fiabe italiane, Mondadori




In ogni caso, nell’immaginario infantile, castelli e carrozze appaiono quasi imbattibili...

  











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