giovedì 31 dicembre 2015

Libri PIGRI e #sololibri belli 5: I bambini pensano grande - L'ospite bambino

Mi piace l'idea di concludere il 2015 riproponendo sul blog una delle più belle e coinvolgenti letture dell'intero anno, completata da una riflessione su un altro saggio dello stesso autore.

Spero che questi libri siano letti e riletti da molti, e che diventino oggetto di riflessioni, condivisioni, discussioni.




Scrivevo la scorsa estate:

 13 luglio 2015 

 
Faccio parte, purtroppo o per fortuna, di un gruppo, che scopro sempre più vasto, di persone che in vacanza non riescono a “staccare”; mi ritrovo così, in questi giorni di sole e mare, a pensare libri, inseguire suggestioni, immaginare percorsi.
Complice di questo mio continuo ritorno alla me stessa insegnante è l'ottimo libro

I bambini pensano grande


di Franco Lorenzoni, Sellerio


acquistato, come spesso mi accade, dopo la lettura di un'attenta e profonda riflessione sul blog dei Topipittori e su consiglio di Francesca, collega di arte della secondaria.

Più mi avvicino ai 50, più mi accorgo che le granitiche certezze che hanno accompagnato gli anni della mia giovinezza hanno lasciato il posto ad una gran quantità di dubbi. 
Coltivo il dubbio, lo pratico con attenzione, ci convivo, provando a volte un sottile senso di disagio che mi spinge a chiedermi, a più riprese, se davvero sia convinta della bontà di ciò che sto facendo.


Ho ritrovato le stesse sensazioni, raccontate in modo chiaro ed efficace, proprio nel libro di Lorenzoni:

Ancora una volta stiamo procedendo a tentoni. Provoco discussioni e dalle loro parole nascono piste che poi cerco in qualche modo di alimentare, quando ci riesco.”


Procedere a tentoni. Provocare discussioni. Alimentare in qualche modo le piste nate dalle parole dei bambini. Quando ci riesco.

Sono forse queste le parole che meglio riassumono il senso del mio “agire” pedagogico e didattico: quel che scrive Lorenzoni, maestro elementare che ha fondato ad Amelia, nel 1980, la casa-laboratorio di Cenci, un centro di sperimentazione educativa che ricerca intorno a temi ecologici, scientifici, interculturali e di inclusione, provoca un'eco profondissima dentro di me. 
E mi dico che se ancora oggi un maestro come lui procede a tentoni, forse posso continuare a farlo anch'io.

[...] rimango spesso stupito quando assisto alla meraviglia del nascere di un pensiero e perché penso che il bello, nel dialogare, stia proprio nella tensione di ciascuno a cercare di chiarirsi un'idea tramite parole che nascono in un gioco di reciproco ascolto e di scambio che, quando s'innesca, sembra non avere fine.


So però che in questo mondo in cui ci è capitato di vivere, è assolutamente necessario fare esperienze, osservare tanto e frequentare il bello ovunque si trovi, per nutrire l'immaginazione nostra e dei bambini. E che questo dovrebbe essere il maggiore imperativo per un'istituzione che ha l'ambizione di formare le nuove generazioni.” 

LORENZONI F., I bambini pensano grande Cronaca di una avventura pedagogica, Sellerio



Qui  Il calzino rovesciato, premessa dell'autore.


Dal sito della casa editrice Sellerio:
 
Nel diario di un anno di scuola, in cui ciascun allievo è protagonista di una ricerca comune, si mostra il cuore del dialogo didattico: «provare a dare forma al mondo». E una proposta pedagogica nuova, evidentemente capace di cercare un senso all’esistere e al far esperienza, diventa anche un avvincente racconto antropologico.

«Ho desiderato raccontare un anno di vita di una quinta elementare del piccolo paese umbro dove insegno da molti anni perché ascoltando nascere giorno dopo giorno parole ed emozioni, ragionamenti, ipotesi e domande, che emergevano dalle voci delle bambine e dei bambini con cui ho lavorato per cinque anni, ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte a scoperte preziose, che ci aiutano ad andare verso la sostanza delle cose e verso l’origine più remota del nostro pensare il mondo». Nei dialoghi degli scolari su argomenti di un programma svolto ponendo questioni e lasciando elaborare soluzioni, intorno a temi che riguardano matematica, scienze, arte e storia, si ha l’impressione di ripercorrere l’evolversi della cultura umana. Si prova la meraviglia del nascere di un pensiero.
Così questo libro, che contiene indicazioni concrete per un insegnamento innovativo, non è un burocratico manuale di didattica che si aggiunga a una fila troppo lunga. All’opposto ogni pagina trabocca di spontanea poesia, pur non indugiando in un’estetica compiaciuta del mondo incantato dell’infanzia. Nel diario di un anno di scuola, in cui ciascun allievo è protagonista di una ricerca comune, si mostra il cuore del dialogo didattico: «provare a dare forma al mondo». E una proposta pedagogica nuova, evidentemente capace di cercare un senso all’esistere e al far esperienza, diventa anche un avvincente racconto antropologico.




31 dicembre 2015

Concludo l'anno iniziando a leggere un altro saggio di Franco Lorenzoni, 

L'ospite bambino
L'educazione come viaggio tra le culture nel diario di un maestro


Edizioni Era Nuova 


la cui prima pubblicazione risale a più di una ventina d'anni fa.


Leggo,  e come sempre mi soffermo sulle frasi in cui mi rispecchio:

Con i bambini penso che il caso vada sempre tenuto in grand econsiderazione, perché è un grande alleato di ogni conoscenza e di ogni atto educativo, quando si riesce ad ascoltarlo e a dargli spazio.
Purtroppo la scuola teme il libero gioco delle casualità, e cerca in ogni modo di limitarne la prepotente invadenza, attraverso programmazioni sempre più rigide.

Quanto mi ritrovo in riflessioni come questa. Quanto del mio fare scuola, prima nell'infanzia e ora alla primaria, si è costruito sul caso, su concatenazioni di eventi, su collegamenti creati dai bambini stessi, dagli avvenimenti, dalle letture fatte.
Comprendo perfettamente quel che Lorenzoni dice, perchè profondamente convinta che in ogni avvenimento, in ogni evento, si celino una moltitudine di possibilità di apprendere. Come pensare, dunque, di poter programmare gli apprendimenti dentro una serie codificata, standardizzata, fotocopiata, di procedure o di attività?

Ho constatato che aver frequentato a lungo il terreno delle libere associazioni personali permette ai bambini di cimentarsi con grande libertà mentale con questo altro tipo di relazioni, che tentano di ricostruire e di descrivere realtà vicine e lontane.
[...] Può sembrare paradossale,  eppure sono profondamente convinto che la scuola e gli adulti non debbano semplificare la realtà nell'offrirla ai bambini. Non debbano schematizzare le varietà del mondo, perché altrimenti rischiano di ridurre la conoscenza a bocconi precotti e già masticati, senza sapore.
[...] Dal punto di vista educativo la complessità si presenta come una sfida, perché ci stimola a cercare e sperimentare strade perché i bambini incontrino e imparino a giocare nella rete complessa di elementi che compongono il mondo. Non è difficile come può sembrare, tuttavia, perché i bambini già naturalmente ragionano in modo complesso, e spesso rivelano capacità, nel connettere intuitivamente elementi, maggiori di noi adulti.




Franco Lorenzoni è nato a Roma nel 1953 ed è maestro elementare a Giove, in Umbria. Ha fondato e coordina dal 1980 ad Amelia la Casa-laboratorio di Cenci, un centro di sperimentazione educativa che ricerca intorno a temi ecologici, scientifici, interculturali e di inclusione. Per questa attività ha ricevuto nel 2011, insieme a Roberta Passoni, il Premio Lo Straniero. Attivo nel Movimento di Cooperazione Educativa, ha pubblicato Con il cielo negli occhi (Marcon 1991, La Meridiana 2007), L’ospite bambino (Theoria 1994, Nuova Era 2001), con Marco Martinelli Saltatori di muri (Macro 1999), con Amaranta Capelli La nave di Penelope (Giunti 2001), con Maria Teresa Goldoni Così liberi mai (Nuova Era 2005). Collabora alle riviste «Cooperazione Educativa», «Gli Asini» e «Lo Straniero».

mercoledì 30 dicembre 2015

#sololibribelli 4: Il Natale di Marguerite



Sto pensando che non ha davvero alcuna importanza aver letto

Il Natale di Marguerite









di India Desjardins e Pascal Blanchet, bao publishing


dopo che il Natale è ormai passato.


Il Natale, in quest’albo, è solo un pretesto: quel che serve per raccontare una vita, una lunga vita, intessuta, come tutte, di gioie e dolori, e alla fine della quale si fa ormai il conto dei caduti, dell’amore e degli amici scomparsi, e ci si ritrova ad aver paura non solo di morire, ma anche di vivere.

Marguerite sta bene nella sua casa, un nido accogliente e quasi sicuro (benché il pericolo possa annidarsi in ogni angolo), immersa nei ricordi felici, convinta che “fuori” sia sinonimo di pericolo, e quindi assolutamente da evitare.

Ma, si sa, tutto può cambiare, anche solo in pochi istanti…



Come incomincia:

“Marguerite Godin si rallegra di non dover mettere piede fuori casa.

Credete che non le piaccia il Natale? No, no, al contrario. Ha anche decorato la casa meglio che poteva. È stato l’anno scorso? Due anni fa? Non ricorda più con precisione, perché la memoria le fa qualche scherzo.

Si ricorda di aver appeso una corona di Natale alla finestra, e di essersi stancata a morte. Quindi adesso lascia la corona appesa tutto l’anno e accende le lucine solo durante le feste.

Non dovete pensare che sia sola e che faccia pena, al contrario! Ha due figli e alcuni nipoti. Ma le feste di famiglia la sfiniscono. Eppure ogni anno dice a se stessa che dovrebbe fare un piccolo sforzo per i figli, che si sentono in colpa a festeggiare il Natale senza di lei. Non le credono, quando li rassicura del fatto che non le dispiaccia passare la serata tutta sola.

Marguerite ripete sempre: -Divertitevi! Approfittatene! Non vi preoccupate per me, passerò una bella serata!- E non mente. È contenta di sapere che si divertono.

DESJARDINS I. – BLANCHET P., Il Natale di Marguerite, bao publishing


Qui potete sfogliarne alcune pagine




  

martedì 29 dicembre 2015

Il gioco dell'oca di Natale, ovvero Il "lavoretto"



Ciò che penso dei “lavoretti” penso sia ormai ben noto a tutti; in caso contrario, lo spiego qui.
Ciò nonostante, ci sono attività che uniscono mano, testa e cuore e che risultano estremamente coinvolgenti e motivanti, per i bambini e per gli insegnanti stessi. 


Ho già scritto di quanto sia stato importante per noi, quest’anno, l’albo A ritrovar le storie.

La sua tavola conclusiva è uno splendido gioco dell’oca


che ci ha dato lo spunto per il nostro “lavoretto” natalizio.




 



Per prima cosa, ho chiesto all’illustratrice del libro, Daniela Iride Murgia, l’autorizzazione a ricopiarne lo schema di base, davvero bello e rispondente alle nostre esigenze. Poi, con i bambini, abbiamo cercato le parole più significative del periodo natalizio:


sacco

albero

dono

renna
Babbo Natale
slitta
stella
Gesù
Presepe
calza
decorazioni/addobbi
sorprese
folletto
luce
neve
panettone
letterina
cappello
pupazzo di neve
stella cometa
cibo
Natale
attesa
calendario
famiglia
casa
vita
solidarietà
camino
cammino
pandoro
pace
serenità
neve
amore
gioia
bontà
amicizia
tenerezza
famiglia
generosità
gioco
accoglienza
dolcezza
compagnia

 


Dopo lunghi ragionamenti e considerazioni, abbiamo scelto le parole più adatte e abbiamo inserito ognuna di esse nella casella più adeguata, poi ogni bambino ha illustrato le caselle:

 






Per finire, abbiamo pensato le

Regole per il gioco dell'oca di Natale :




Casella n°4 FOLLETTO: il folletto rende tutto più veloce, vai avanti di 3 caselle

Casella n°6 OCA: vai avanti di tante caselle quanti sono i punti sul dado

Casella n°8 CALENDARIO DELL’AVVENTO: mangia un cioccolatino
Casella n°10 AMICIZIA: di’ il nome di almeno tre amici
Casella n°13 OCA: vai avanti di tante caselle quanti sono i punti sul dado
Casella n°15 GIOIA: racconta una cosa che ti riempie di gioia
Casella n°17 SOLIDARIETA’: racconta un episodio in cui hai aiutato qualcuno
Casella n°18 DOLCEZZA: fai un gesto dolce nei confronti di chi vuoi tu
Casella n°19 STELLA: esprimi un desiderio
Casella n°20 OCA: vai avanti di tante caselle quanti sono i punti sul dado
Casella n°21 PACE: se c’è qualcuno con cui hai litigato, fai pace con lui/lei
Casella n°23 FAMIGLIA: vai alla casella 25 per preparare il presepe con la tua famiglia
Casella n°24 NEVE: stai fermo un turno ad osservare la neve
Casella n° 27 CANTO: canta una canzone o stai fermo un turno
Casella n°28 SLITTA: prendi la slitta e scivola fino alla casella n°33
Casella n°29 OCA: vai avanti di tante caselle quanti sono i punti sul dado
Casella n° 33 NATALE: hai vinto! Festeggia e divertiti!