giovedì 21 settembre 2017

Osservare riflettere ascoltare



Nel tempo disteso dell’estate, mi è capitato talvolta di pensare a come sarebbe stato bello, e importante, cominciare nel modo giusto il lavoro in classe con i miei ragazzi nel nostro ultimo anno insieme.

Il primo giorno di scuola è un momento estremamente simbolico, ma la prima pagina del quaderno lo è, secondo me, altrettanto, e per qualcuno forse di più. In quinta, tutto questo assume un significato ancora più forte.

Immaginavo, sapevo, che ci sarebbe stata una poesia. A lungo, però, non ho saputo quale.


 


Poi, a settembre già iniziato, e con il simbolo del pescatore già appeso alle porte, e ben fisso nella mente, mi sono ricordata la commozione della mia amica Geena Forrest nei confronti di una poesia di Giovanna Zoboli, contenuta in un libro scoperto proprio in quell'occasione.




Osservare
riflettere
ascoltare
l’infinito in certi verbi
fa pensare
a un tempo aperto
un tempo senza fretta
come un mare
senza né io né tu
un tempo dove stare
tutti
in pace,
più che da fare
un tempo da essere
bene, insieme,
un tempo giusto
di piante, di persone, di animali
un tempo da crescere
col cuore e con la mente
 a un infinito
infinito presente.

Giovanna Zoboli, Un Paese bambino, Giannino Stoppani Edizioni



Rileggendola, mi è parso che ci fosse dentro tutto quel mi pareva essenziale suggerire ai miei ragazzi: l’attenzione, l’attesa, la cura, la capacità di riflettere, di superare l’io a favore del noi, l’essere prima del fare, l’importanza del presente, nei suoi accadimenti piccoli e grandi. L’infinito presente.
E i verbi, su cui tanto abbiamo riflettuto al termine dello scorso anno, in un legame costante e forte tra la grammatica e ogni altro aspetto dell’insegnamento della lingua italiana (e, mi vien da dire, nel riconoscimento di un legame forte tra la grammatica e la vita stessa, ma su questo ci sarà da ragionare approfonditamente, bene e a lungo).





Così, abbiamo incominciato in questo modo, scrivendo con le penne non cancellabili (che grande conquista, e che fatica, ancora, per qualcuno), e con lentezza, con cura autentica, con attenzione al senso e al bello.










E poi, ancora, ognuno ha cercato dentro di sé “le parole giuste”.
Mi pare che molti le abbiano trovate.




Guardare
chiudere
costruire
l’infinito in certi verbi
fa pensare
ad un pescatore
in mezzo a un mare
le parole dette volan via
e con loro anche i verbi […]







Giocare
correre
provare
l’infinito in certi giochi
fa capire
fa divertire
fa imparare
[…]
Per provare bisogna farlo
perché a volte per avere una certezza
devi rischiare l’incertezza.








Vedere
leggere
ascoltare
sempre bisogna essere
se stessi
nessuno ti deve
giudicare. […]






…l’infinito dei verbi
fa sognare come quando
giochi a nascondino
le cose dette scappano via […]





[…]
Illuminarsi l’idea
quando c’hai la mente nera.
Ascoltare la gioia che hai nel cuore,
per quello che hai avuto.
Ascoltare il pensiero che hai nella mente,
e sentirlo forte.





[…]
Osservo i passi.
Non c’è mai una volta
che non sbaglio
ma non è importante
non è questo che conta
conta solo prendere il
respiro entrare dalla porta
buttarsi in pista
e dimostrare alle persone
quello che sai fare.





[…]
credici non devi preoccuparti
continua a pensare
e troverai
il modo giusto per
avere quel che vuoi
[…]





Osservare
cercare
pescare
tre verbi all’infinito
tre verbi tre persone una sola emozione […]





Inventare
costruire
provare
questi verbi mi rappresentano
e io rappresento loro
perché loro sono me
e io sono loro […]




[…]
Io immagino da tempo
di diventare molto
brava, a me non mi
importa di essere
carina a me mi importa
essere me STESSA.




[…]
Io quando rido penso
che sia una sfida di chi tiene il respiro,
perché quando rido io non respiro.

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