sabato 20 gennaio 2018

È faticoso, essere maestr* in quinta


È faticoso, essere maestr* in quinta.

Perché per anni hai cercato di seguire i ritmi di ognuno, non preoccupandoti poi così tanto, pensando ogni volta “lo faremo l’anno prossimo”, e ora sai che non ci sarà un anno prossimo. Cioè, ci sarà, ma ognuno per proprio conto, tu da una parte e loro dall’altra. E al massimo v’incontrerete in cortile, improvvisamente timidi, imbarazzati e in cerca di cose divertenti e intelligenti da raccontarvi (no, come va alle medie non conta).

È faticoso, essere maestr* in quinta.

Perché vorresti finalmente vedere i frutti, dopo tanto seminare: e non è che i frutti maturino sempre così facilmente. E se i semi non avessero attecchito? E se tu non avessi innaffiato, concimato, nutrito, sostenuto nel modo giusto? Se avessi dato troppa acqua, troppa luce, troppo concime, troppo sostegno? O troppo poco, che chissà se è meglio o peggio.

È faticoso, essere maestr* in quinta.

Perché hai avuto quasi cinque anni per guardare, ascoltare, leggere, intuire. E comunque ti accorgi che, forse, di qualcuno hai capito poco, o quasi nulla. E anche chi ti sembrava d’aver compreso, a volte sfugge, nella necessità di crescere, staccarsi, andare.

È faticoso, essere maestr* in quinta.

Perché, anche se le tue mani vanno, da sole, verso un viso, o una testa, da carezzare, la mente a volte le ferma, chiedendoti se quel gesto sia ancora gradito. Perché le lacrime dei 10anniquasi11 fanno ancora più male dei 6quasi7. Perché i dolori sono spesso più celati. Perché la strafottenza e il sorriso irridente non sempre riescono a nascondere la paura, la sofferenza, la timidezza, il disagio.

È faticoso, essere maestr* in quinta.

Perché, come coi figli, a volte non vedi l’ora che se ne vadano, mentre, nello stesso istante, vorresti che non se ne andassero mai.

È faticoso, essere maestr* in quinta.

Perché crescono, sudano, scalpitano, fremono. Perché sono piccoli e grandi. Perché non sono né piccoli né grandi. Perché vogliono essere piccoli e grandi. Perché non vogliono essere né piccoli né grandi. Perché sono i più grandi tra i piccoli e i più piccoli tra i grandi. Perché hanno le idee confuse. E tu con loro.

È faticoso, essere maestr* in quinta.

Perché gli ormoni sono potentemente in circolo, il cuore salta i battiti o sfonda la cassa toracica, le gambe si allungano di scatto per fare uno sgambetto pensando sia un buon modo per attirare l’attenzione, le stringhe sono perennemente slacciate, i capelli lunghi un’ora raccolti e l’altra sciolti, quelli corti sempre troppo corti, le unghie rosicchiate o smaltate, le maniche in bocca, le penne pure. Perché bevono, e vanno in bagno, vanno in bagno, vanno in bagno.

A volte, ti chiedi se davvero siano passati 5 anni.

È faticoso, essere maestr* in quinta.

Po ci pensi, e ti accorgi che le cose più belle della tua vita ti sono spesso costate una gran fatica.


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