giovedì 15 febbraio 2018

Le cose lontane... antiche, morbide o sbagliate


A me piacciono le cose da ascoltare
soprattutto quelle del mare.
A me piacciono le cose scintillanti
spente dai miei pianti.
A me piacciono le cose invisibili
e che sono simili.
A me piacciono le cose saporite
che in un attimo sono sparite.
A me piacciono le cose vissute
anche se sono mute.

S., 10 anni e qualche mese





A me piacciono le cose antiche
le cose dei miei nonni e bisnonni
le case antiche
che sono piccole
come formiche
le medaglie 
di mio nonno
che sono quelle
delle battaglie
l’antica pelle 
come quella di mia nonna
e le cose antiche che
formano il passato
le cose antiche 
sono tempo
lontano
le cose antiche 
possono essere preziose.
Mi piacciono gli antichi treni
che sono veloci
ma hanno i freni
le cose antiche adesso
sono molto preziose
e anche costose.

S., 10 anni e qualche mese



Mi accorgo, quando da troppo tempo non frequentiamo la poesia in classe, di sentirne una mancanza quasi fisica. Non so dire se sia lo stesso per le mie ragazze e i miei ragazzi, o anche solo per qualcuna o qualcuno di loro. Eppure so, con assoluta certezza, che la lettura di alcune poesie  ha il potere di generare un clima che contiene in sé l’essenza del dono, dell’unicità, della libertà.
Così, approfitto di occasioni improvvise e improvvisate, di una manciata di minuti fra un’attività e l’altra, di un tempo sospeso.
Amo che i ragazzi si sentano liberi di scrivere. Che sappiano che la scrittura può essere scelta, espressione di libertà. Amo che il linguaggio poetico ne sia una delle manifestazioni.
Libertà non significa assenza di regole. Credo valga per la vita, prima ancora che per la poesia.
Così, prendiamo una poesia nuova, nuovissima, da una pagina aperta a caso da un libro pescato dalla mia borsa; ho scelto di tenerlo fisicamente con me, a portata di mano, proprio per poterne approfittare in qualsiasi momento possibile.



Il tempo è mezza mela

di Nicola Gardini, Salani


Le cose lontane

A me piacciono le cose lontane
Quel che rimane
Di qualche tempo antico

Quel che non dico
Le cose che non cerco di cercare
Le cose molto scure o molto chiare

La gelata la nuvola la pelle
Quel che ricopre tutto
Il buio con le stelle

Quel che si mostra appena
L’adesso nato butto
Sul verde della frasca

La blu nascosta vena
E il pesce contro il fango della vasca
Che poco si distingue

Oh mai distrarlo
E il suono delle lingue
Sconosciute o soltanto scritte

Mi piace il tarlo 
Che parla e parla e non si sa di cosa
E le soffitte
E il centro della rosa
Mi piacciono gli uccelli
Perché li tocchi

Solo con gli occhi
E di notte neppure più con quelli

Nicola Gardini, Il tempo è mezza mela, Salani




Leggo la poesia ad alta voce. Lo considero un regalo, per loro e per me stessa.
La leggo ancora, videoproiettandone il testo alla lavagna. Ne analizziamo la struttura, le rime, il ritmo. Ne immaginiamo le diverse evoluzioni, le infinite trasformazioni.
Chiedo alle ragazze e ai ragazzi che ognuno di loro pensi un aggettivo, diverso da lontane, per completare il primo verso: A me piacciono le cose…

nascoste, dico io. E continuo: È la prima parola che mi è venuta in mente. E poi rotonde.

Le scrivo, una sotto l’altra.

Le ragazze e i ragazzi continuano. Alla fine, ognuno ha completato il primo verso a modo suo.




  
Poi, per 15 minuti scriviamo tutti:

A me piacciono le cose sbagliate
perché nessuno è perfetto,
nessuno è uguale.

A., quasi 11 anni



A me piacciono le cose rotonde
rotolano, rotolano,
rotolano, rotolano, 
non si fermano mai
quando si fermano
è l’inizio di una nuova avventura.

C., 10 anni e mezzo



A me piacciono le cose morbide
che ti abbracciano e 
ti contagiano,
difficile è distrarsi
ti devi arrendere
alle coccole.

S., 10 anni e qualche mese














A me piacciono le cose morbide
quando vado nel lettone appena alzata.
Il morbido dei vestiti.
Un abbraccio, un pupazzo.
Una coperta, la lana della pecora,
un gatto a pelo lungo o corto
quando ti si appoggia sulla pancia.
Una coccola un materasso,
un bimbo una carezza.
La neve fresca 
dopo un lungo inverno,
una seggiovia rivestita.
E altre infinità di cose morbide.

F., quasi 11 anni




A me piacciono le cose nascoste
rinchiuse, protette,
negate alla vista
che siano conquista
di sguardi, di occhi
di testa e di cuore.

Le cose negate
persino a se stessi
che si fanno vere
attraverso la voce
di chi trova spazio
-e coraggio-
per dirle 
all’altro da sé.
E intanto le afferma,
dà loro sostanza.

Mi piace la stanza
dove sono rinchiuse
senza porte, spiragli
o finestre socchiuse.

Una stanza ricolma
di parole non dette
che ribollono, evaporano
scendono, salgono
in un magma infinito
poi le posi sul dito,
le soffi

e volano via.

A., 50 anni compiuti da qualche mese




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